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USO DEL DRONE IN CAMPO: LA LOTTA BIOLOGICA PER PROTEGGERE IL MAIS DALLA PIRALIDE

Nelle nostre filiere controllate limitiamo al minimo l’utilizzo di insetticidi, dannosi per l’ambiente e per le materie prime che coltiviamo. Nel caso del mais, per proteggere le piante dall’attacco della piralide impieghiamo la lotta biologica, e lo facciamo dall’alto, con i droni.

Come prima cosa, creiamo una mappatura dettagliata di tutte le zone del campo, in modo da pianificare il volo del drone per coprire l’intero appezzamento. Al ritmo di un ettaro ogni 3/4 minuti, il drone sorvola il campo lasciando cadere delle capsule biodegradabili, ognuna delle quali contiene circa 200 mila uova di insetti predatori della piralide.

Con le alte temperature, le uova si schiudono: il predatore (Trichogramma Brassicae) penetra all’interno delle uova della piralide e si ciba delle larve, eliminando la minaccia e assicurando così uno sviluppo sano e completo delle piante.

Si tratta di un intervento di alta precisione, che può essere realizzato in modo tempestivo in qualsiasi momento, anche dopo l’irrigazione o la pioggia e senza calpestare il campo.

Stiamo estendendo questa pratica a un numero sempre maggiore di aziende tra Lombardia ed Emilia Romagna, convenzionali e biologiche, per diffondere un modello di agricoltura più responsabile e a impatto zero.